martedì 4 ottobre 2011

Sono solo una goccia che cade.

Mi guardo allo specchio.
E vedo gocce di malinconici sbagli che credevo di aver (inutilmente) cancellato.
Per orgoglio ferito.
Per ferite ricucite.
Per stupide paure.
E eretto muri invalicabili per far credere di essere infallibile.
Inutilmente. Ennesimamente.
Per quale futile motivo? Una risata in più?
L'apparenza di un vestito rosso che celi le sottili pareti di cielo tra me, il mare e la terra.
Il velo di ironia che riesce a rendere il mio sorriso come quello di Joker.
La velocità inesistente dei miei passi sul marciapiede, che ricordano lo stentoreo procedere di una vita che disegna cerchi per smussare gli angoli.
L'impalpabilità del vento che alita su di me e mi confida le parole che la mia anima non riesce a sentire.
Le paure che mi ridono beffarde in faccia e mi impediscono di svuotarmi di un peso che mi porto dietro. Perchè dovrei pregare le stelle di schiarire la notte per terrore di camminare al buio e non vedere i miei passi, ancora più incerti e sanguinanti?
Perchè dovrei contare i petali dei fiori che vivano solo per una stagione, circondandoli di calore, quando chiedono la pioggia?
Perchè dovrei chiedere...senza essere capace di dare?
Perchè dovrebbe essermi concesso di trovare, con un soffio, ciò che non ho mai conosciuto?
Vivere senza paure, vivere una vita che non sia la mia?
PERCHE' DOVREI SMETTERE DI ESSERE ME????
Io sono quell'unica goccia di pioggia che non vedrai.
Perchè le parole che conosci non mi ascolteranno.
Finchè non capirai che non è triste sentirsi soli.
Ma lo è non sentirsi compresi.
Prima da se stessi.

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