lunedì 27 maggio 2013

Silente.

Dormo.
Come se ogni suono fosse il battito d'ali di una farfalla.
Come se la luce filtrasse dalle nuvole,
per dipingere colori soffusi.
Come se potessi leggere attraverso circoli di fumo.

Ascolto.
Tra una parete e l'altra del cuore.
Solo ciò che la mia mente, attaccata al cuore, desidera percepire.
Ed oltre le percezioni dell'universo, non c'è nient'altro che un sorriso dipinto nel cielo.

Se potessi.
Descrivere il suono.
Se potessi.
Sentire il silenzio.
Mi lascerei guidare ad occhi chiusi.
Verso il mare che il cuore trattiene.
Che ancora non lascia scorrere, perchè la stagione non è giunta.
Che il vento spazza via.
Guarderei oltre l'orizzonte, semplicemente per la curiosità di immaginare.
E ascolterei.
Per un attimo.
Un brivido.

martedì 21 maggio 2013

Frantumandomi.

Trattenendo il fiato per non lasciar traccia.
Vorrei riuscire ad allontanare il vuoto, per lasciar entrare quell'unico stentoreo raggio di sole.
Scivolando dentro me stessa, per vedere cosa può rimanere.
Dei miei sbalzi tra il rosa ed il blu cobalto.
Di uno sguardo appeso ad una corda morbida e sinuosa.
Al  mio sentire estremamente fragile.
Al senso di dolcezza dei cuccioli che sbadigliano.
Alle strade che corrono e ritornano vuote.

Come si potrebbe.
Attraversare un mondo fatto di arcobaleni, fino a giungere al fondo del vortice.
Non è, una domanda che ti faccio.
Ma cerco di comprendere.
La malinconica emozione dell'acutizzarsi della ricerca della pace,
l'altalena dei vortici emotivi,
per giungere a ritrovare quel senso di sicurezza che dà il latte materno.
Come la copertina di Linus.
Come i fiori a primavera.
Come le serate estive. Anche con i loro temporali, perchè no.

La pelle si secca ed io, la sto a guardare, mentre le mani iniziano a far male.
Queste mani, che da tempo sono vuote e urlano,
perchè vorrebbero chiudere il dolore dentro lo stomaco e gettarlo via.
Non ho più paura del vuoto.
Vorrei assaporarlo, per dargli un nome e riempirlo di fiori profumati.
Di quella bella acqua di colonia che lascia una traccia indelebile sulla pelle.
Di quel dolce calore che assaporavi al freddo delle giovani notti invernali.
Di quel senso di serenità di un sorriso timido a fiordilabbra.

Vorrei stare.
Per un momento.
Ad ascoltare un unico suono e capire di poterne vivere.
Basterebbe.

martedì 14 maggio 2013

Brivido.

Appesa ad una corda di violino.
Camminando tra le nuvole, senza aver paura di cadere.
Sorridendo al sorriso nascosto tra i capelli.
Guardando appena, senza aver paura di scivolare.
Non sento nemmeno il richiamo del mare,
che attonito osserva il mio volo fatto di piume e di narcisi.
Sento solo di comprendere il suono,
fatto di perfezione e di totale mancanza di parole.
L'armonia che mi circonda,
trattiene a stento il mio pensiero
ed io, basita, guardo da sotto in sù la mia anima volare
e lascio cadere il peso dei libri,
per liberarmi, finalmente, dalle macerie del mio vivere.