martedì 26 luglio 2011

...il sandwich è ancora lì...che attende di conoscere la sua sorte...

Il momento che più amo è il pomeriggio. Quando ho la fortuna di terminare di lavorare alle 14, torno a casa, consumo un pasto frugale, tipo che non ci metto più di 10 minuti di orologio, ed esco come un fulmine alla ricerca di nuova aria.

Se fosse per me, lavorerei all'aperto. Detesto stare chiusa tra 4 mura. Detesto l'odore di muffa delle pareti del mio ufficio. E detesto la mia stanza da letto, troppo spoglia per amarla, troppo carica per riconoscermici. Borsa in spalla e dentro, mai manchi, lettore mp3 con la MIA musica, blocchetto e penna e un libro.
In questi giorni sto mettendo testa e cuore sull'ennesimo- adorato Murakami. E sto imparando a lasciarmi andare dalla poesia ai documenti storici, con la curiosità di cercare di comprenderne il nesso. Con la giusta misurazione ma una volta tanto, nessun distacco, totalmente immersa nelle parole. Fino ad annegarci. Ma sai che gioia!!!

Certe volte la stanchezza non mi aiuta, vorrei vivere di aria e parole, dimenticare di bere e di mangiare e bastare a me stessa.
Ma, a fatica, ricordo di essere un essere umano che ha bisogno di nutrimento, ahimè, anche per il fisico e non solo per lo spirito.
Del resto, mio padre aveva ragione - "sacco vuoto, non sta in piedi!" - sentenziava - parole sante!!!!

Sempre potrei risparmiare il sonno, a dispetto della mia passeggiata e quando le mie gambe si ribellano, un bel posticino all'ombra lo trovo!
E così, iniziano le mie fantasticherie, le osservazioni che scappano via dalle dita, per trovare collocazione sghemba sui fogli di un sempre più pieno blocchetto.

Quanto mi rende carica di gioia vedere che posso pensare e contemporaneamente far vivere questo mare in piena, senza perdere una virgola, e più osservo, più mi nutro di beltà e riempio gli spazi tra me e quel sudore della fatica di innalzarmi verso il cielo.
De-siderium, vero?
Un amico lo diceva... armonizzare il nostro universo con quello che ci circonda.
Rapportarmi con l'esterno, per accorgermi che porto sempre con me tutto ciò che sono, assieme a quel piccolo angolo dell'universo che ha scelto me, come abitante.
E che ancora, stranamente, non mi cacciato via.
Evidentemente, non gli sto così antipatica...

Osservo...imparo...leggo e riscrivo...
Quello che le persone fanno, mi fa spesso sorridere.
I loro gesti inconsci e sopra ogni cosa, la loro volontà di apparire sempre perfetti. Ma agli occhi degli altri, non ai propri occhi.
Quanta gente - penso - tra questa ed altra, ogni giorno dedica un pò del proprio prezioso (?) tempo a cercare di migliorarsi, di chiedersi se le proprie azioni siano giuste, se il percorso di vita scelto sia quello appropriato, se i rapporti col prossimo siano dettati dalla libertà necessaria a non calpestare nessuno?
Quante persone si lasciano trascorrere il tempo sulle spalle o al contrario, lo riempiono di mille cose, sostanzialmente inutili, per non pensarci?
Quante parole non dette creano solchi incolmabili o quante altre, continuano a marcire deteriorando i nostri sentimenti?

Sorrido ancora... di fronte alla finta perfezione, che non è altro che apparenza.
E quando, continuamente, le persone mi chiedono " perchè non fai questo? perchè non via lì" rispondo à- "perchè io sto bene con me stessa - in qualunque posto tu mi metta" e rido con la stessa gioia di una bimba che non camminava e che costruiva favole di cartapesta da rimodellare.
Quella bimba non aveva paura.
Ed anch'io, oggi, sfioro con le mani la cresta delle onde e lascio andare il mare, perchè io posso solo vivere di aria. E di parole.

Ah... dimenticavo....
...il sandwich è ancora lì...che attende di conoscere la sua sorte...

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