lunedì 16 luglio 2012

abbandonata ad un albero

e' bello lasciarsi andare.
non aver paura di ascoltarsi.
di sentire le proprie paure danzare sulle radici dei tuoi piedi.

è come denudarsi.
sentir scorrere le lacrime sulle guance.
come se fosse la prima volta che piangi.
lasciare che si bagnino ancora.
lasciare il loro segno sulle guance.

aprire il cuore a quel senso di perdita.
che non si riempirà mai del tutto.
ma lascerà il posto alla speranza.
alla speranza che qualcuno voglia accogliere
le tue piccole mancaze.
i tuoi sogni abbarbicati ad un albero.
quel senso di volersi sporcare di terra.
di te, che di terra sei fatto.

ho ascoltato le emozioni, in uno scambio fatto di poesia e musica.
che erano entrambi la stessa cosa.
la rabbia urlata, quella sussurrata.
forme diverse, di splendida umanità,

ho sentito Paolo. ho sentito Massimo.
e ho percepito quel senso di leggerezza nell'essere puri e semplici.
ho sentito splendide note e la bellezza dell'improvvisazione.
dell'essere coesi. all'unisono con se stessi.
ho sentito la Bellezza crescere e misurarsi con la sua stessa alterigia.
abbandonare l'apparenza, per divenire cielo stellato e albero.
ho sentito le parole vorticosamente Amarsi, per abbandonarsi a se stesse, dopo aver danzato con la Musica.
ho sentito ogni brivido perforare i muri, divenire colore abbagliante ed accecante.

ho lacerato me stessa, per divenire polvere.
ed è così bello amare, che vorresti urlarlo.
vorresti che venisse accolto, ma forse, è già stato accolto.
mi sono abbandonata a me stessa.
mi sono aperta alla terra, che è entrata a far parte di me.

avrei voluto parlarne ancora. ne avrei voluto ancora.
avrei voluto perdermi e non ritrovarmi.
capire ancora e non aver più paura.
perdere i sensi e ritrovarli, per ridere, finalmente, di me.

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