domenica 22 aprile 2012

Una domenica che sa.

Di fiori appassiti.
Di coperte alla rovescia, lasciate sul balcone della finestra aperta, a prendere aria.
Di maniche rimboccate e guanti alla mano, per pulir via lo sporco di una vita.
Di profumo di terra, quella buona, lasciata nei vasi a prendere aria e acqua piovana, per divenire terra da amare, da sbocciare, da odorare, a mani piene e ricordarsi com'era bello sbucciarsi le ginocchia a buttarcisi sopra, saltando dall'albero.
Di sole che ritorna a far splendere il cielo, tornato celeste.
Come un nuovo pianeta, alla Melancholia, a rimembrarci che siamo fatti di radici.
Di foto di qualche anno fa....di un viso che era felice, in quell'occasione, in mezzo alla sua famiglia, in una rara occasione in cui me la ricordo ridere.
Di sentimenti leggeri e voglia di stare in spiaggia fino a tarda sera, a sentirsi battere il cuore a perdifiato, a piedi nudi, a riassaggiare il mare col suo sapore di sale, con quel sapore che non sa più di quelle volte in cui bevevi così tanto, facendo capriole all'indietro sotto il pelo dell'acqua, che ti sembrava di averlo bevuto tutto.
Ad ascoltare musica stonata dalle chitarre di chi la prendeva in mano, forse, per la prima volta, ma era giusto per ridere.
Ad ascoltare il profumo del mare, con le orecchie, non con le nari, perchè i sensi rimbalzino la loro natura per ridivenire voglia di essere semplici, viatici di respiro.
A capire quanto sia bello stare ore col naso appiccicato al vetro, a vedere le stagioni che cambiano in un'ora e attendere che sia ancora tempo per partire, per ascoltare la musica che ami e ridere.
Perchè c'è tempo per ogni cosa.

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