martedì 25 settembre 2012

Autunno.

Tu che allunghi le braccia al cielo,
per divenire albero che non sfiora il cielo che con il cuore.
Tu che tocchi la terra con dita di rami
e accogli l'erba, come se fosse il tuo cuore ad abbeverarsene.
Tu che conti le stagioni con gli occhi e bruci di malinconia,
urlando come il vento fa con la pioggia,
quando giocano a nascondersi tra le tue fronde.
Tu che accogli....crei...generi...
e non hai paura di piangere gioia dal tuo sorriso carico di sogni,
perchè i sogni sono ai tuoi piedi e ridi di bellezza diafana,
recando ogni parola nel segno del tempo.
Tu che mantieni stretto tra i tuoi rami,
solo ciò che vuole restare e lasci andare,
perchè le stagioni mutano,
come muta il cuore che batte e non batte,
segna il ritmo dei passi e gira ogni volta,
lasciandoci inermi.
Tu che mi guardi con anima di sole cocente
e da lontano scruti i miei movimenti.
Tu che mi lasci libera di tornare.
Tu...che hai stretto l'amore dentro al mio cuore.
E non mi hai chiesto di cambiare,
mentre osservo quanto è bello passare dal riso al pianto,
accoccolandomi ai tuoi piedi scalsi nudi di terra bagnata,
raffreddando il cuore, materno di parole.

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