mercoledì 7 settembre 2011

La distanza che rende perfetti.

Non conosco l'amore, se non attraverso le note di una musica che non smette mai di risuonarmi in testa. Attraverso i colori che rivestono le mie parole, la dolcezza con cui guardo un tramonto, la libertà con cui il mare nuota dentro me.
Sono sogni.
Sogni che sbattono contro le pareti della mia anima e che descrivono giornate trascorse a perfezionare ogni singolo movimento, arrotondare le nuvole con carta sbiadita dal sole e passeggiare sulla battigia, a non stancarmi mai del vento tra i capelli.
Sono parole al vento.
Proprio quelle.
Ne ho sprecate talmente tante a urlare il mio dolore e a ricoprire il mio corpo con vesti scure, per sparire dalla volta del mondo.
E ad arruffarmi contro le dita aggrovigliate ai tendini della rabbia, facendo finta di non accorgermi che la rabbia era dentro me.
Che la cecità è dei miei occhi ed il mio cuore non sa amare.
Una sconfitta. Forse.
Ma conosco il muro che non riesce a sciogliersi.
Quel ghiaccio che nessuna mano calda ancora è riuscito a rompere, con dolcezza e con ironia.
E quell'alfabeto storto che non si lima, ma divide.
Travolgermi.
Per trovarmi a testa in giù.
A ridere della mia stupida e grottesca aridità, per divenire tutto tranne che quello che sono.
Una persona che pretende, più da se stessa, che dagli altri.

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