Tu che allunghi le braccia al cielo,
per divenire albero che non sfiora il cielo che con il cuore.
Tu che tocchi la terra con dita di rami
e accogli l'erba, come se fosse il tuo cuore ad abbeverarsene.
Tu che conti le stagioni con gli occhi e bruci di malinconia,
urlando come il vento fa con la pioggia,
quando giocano a nascondersi tra le tue fronde.
Tu che accogli....crei...generi...
e non hai paura di piangere gioia dal tuo sorriso carico di sogni,
perchè i sogni sono ai tuoi piedi e ridi di bellezza diafana,
recando ogni parola nel segno del tempo.
Tu che mantieni stretto tra i tuoi rami,
solo ciò che vuole restare e lasci andare,
perchè le stagioni mutano,
come muta il cuore che batte e non batte,
segna il ritmo dei passi e gira ogni volta,
lasciandoci inermi.
Tu che mi guardi con anima di sole cocente
e da lontano scruti i miei movimenti.
Tu che mi lasci libera di tornare.
Tu...che hai stretto l'amore dentro al mio cuore.
E non mi hai chiesto di cambiare,
mentre osservo quanto è bello passare dal riso al pianto,
accoccolandomi ai tuoi piedi scalsi nudi di terra bagnata,
raffreddando il cuore, materno di parole.
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