Sempre più mi sento estranea a questo mondo, fatto di cattiverie e sotterfugi, pur di mostrarsi forte di fronte al sole, ma non capisce che a a poco a poco, sta perdendo il miraggio di vedere la luce risorgere.
Il sole guarda e attende.
Sorride alle sue miserie, alla spavalderia di chi si pone di fronte agli altri con indifferenza e presunzione e crede di poterlo sollevare con un dito.
E non comprende quanto poco il mondo si preoccupi di questi esseri infimi e tanto poco aggraziati e gradevoli, che spazzano via i sentimenti, come se fosse carta da gettare nel cestino.
E parlano di religiosità come se fosse un mezzo per raggiungere il proprio misero scopo e leggono manuali zeppi di frasi fatte dei noti cioccolatini, per mostrarsi ricchi di aria fritta.
Quanto poco mi sento parte di un mondo che parla solo di denaro e di possesso, tranne che di possesso di se stessi, di crescita interiore e di armonia con gli altri e con la terra di cui fai parte.
A cosa serve lavorare tanto, gettare semi fatti di purezza e leggerezza, di sensibilità e dolcezza verso il prossimo, quando li vedi calpestati dall'ignoranza?
Nell'attimo esatto in cui ho visto una farfalla posarsi sulla mia mano, materializzarsi a me sotto forma di parole, grazia e comprensione, ho realizzato che tutto l'Amore del mondo è in me e può nascere e morire ogni giorno, per costruire ponti su cui camminare e avanzare sui miei passi.
Esisto e Vivo. Di questo sono più che certa.
venerdì 26 agosto 2011
martedì 23 agosto 2011
Ciao ma'.
E' tutto il giorno che ti penso.
Con quella sottile malinconia che ti trattiene il cuore in gola, dandoti la netta sensazione tra perderti e non ritrovarti.
E vorrei pensare a momenti belli, a sorrisi tra noi e quel non parlare che ci accomunava.
Ma riesco solo a vedere un lenzuolo.
Lo so che la morte fa parte della vita.
Ma quando pensi di aver superato tutto, tutto riemerge e ti trovi ancora piu' fragile, a chiederti se ce la farai ancora.
Avrei voluto che capissi la mia voglia di libertà.
Quei colori che cercavo inutilmente e che rimanevano sommersi tra la rigidità delle nostre discussioni.
Ma aveva (ennesimamente) ragione chi diceva che è l'educazione ad impedirci di leggere negli occhi ed io ora questo lo so.
Se qualche angelo ti affianca vorrei che ti portasse l'amore che dai miei occhi sgorga quando ti vedo, ogni mattina, a sorridermi mentre mi prepari la colazione e in quanto di te appare sul mio viso e sul mio corpo che si modifica.
Avrei voluto. Solo perchè tu potessi vivere più serena i tuoi anni dopo la morte di babbo e potessi gioire delle mie piccole conquiste.
Non importa. Le mie lacrime non sono vane.
So che tu sai, in qualche modo, che è amore per te.
So che tu, oggi, puoi capire.
E spero tanto che tu possa sorridere. Almeno oggi.
P.S.: ogni volta che Paolo canta quella canzone....
Con quella sottile malinconia che ti trattiene il cuore in gola, dandoti la netta sensazione tra perderti e non ritrovarti.
E vorrei pensare a momenti belli, a sorrisi tra noi e quel non parlare che ci accomunava.
Ma riesco solo a vedere un lenzuolo.
Lo so che la morte fa parte della vita.
Ma quando pensi di aver superato tutto, tutto riemerge e ti trovi ancora piu' fragile, a chiederti se ce la farai ancora.
Avrei voluto che capissi la mia voglia di libertà.
Quei colori che cercavo inutilmente e che rimanevano sommersi tra la rigidità delle nostre discussioni.
Ma aveva (ennesimamente) ragione chi diceva che è l'educazione ad impedirci di leggere negli occhi ed io ora questo lo so.
Se qualche angelo ti affianca vorrei che ti portasse l'amore che dai miei occhi sgorga quando ti vedo, ogni mattina, a sorridermi mentre mi prepari la colazione e in quanto di te appare sul mio viso e sul mio corpo che si modifica.
Avrei voluto. Solo perchè tu potessi vivere più serena i tuoi anni dopo la morte di babbo e potessi gioire delle mie piccole conquiste.
Non importa. Le mie lacrime non sono vane.
So che tu sai, in qualche modo, che è amore per te.
So che tu, oggi, puoi capire.
E spero tanto che tu possa sorridere. Almeno oggi.
P.S.: ogni volta che Paolo canta quella canzone....
domenica 21 agosto 2011
Amore Incondizionato.
Passeggiare in una città deserta in un pomeriggio afoso, mentre la gente si scotta al sole (senza sentirlo) o presiede l'unico bar aperto.
Sentire i profumi e respirare l'aria calda, quando ogni tanto mi accorgo di una macchina che passa e non si sofferma nemmeno a rimirare la bellezza di una Chiesa che si affaccia su una piazza deserta, immersa da alberi secolari.
L'avrò vista milioni di volte, ammirata per la sua facciata rosata, ma vederla oggi sospirare al sole, in un pomeriggio che sembra uguale ad altri, la rende speciale e ai miei occhi, nuova.
Passeggiare sotto i porticati, vedere nuovi scorci della mia città, nuovi solo perchè li guardo con occhi diversi, mi fa sentire fortunata.
Perchè la maggior parte delle persone non apprezza ciò che di antico c'è nella mia amata isola e nella mia cittadina, e trascorre il tempo tra un bicchiere di vino ed uno di birra e come un mio amico dice "prima passare da un bicchiere all'altro voleva dire essere alcolisti, oggi è di moda", ed io sono pienamente d'accordo con lui.
Sarà che riesco a trovare ogni giorno un motivo per riconoscere la bellezza che la mia amata terra mi regala.
Sarà che mi sento così fortunata di vivere in un posto ancora vergine, spoglio a tratti di brutture, quando poi sono contenute solo nella mente dell'uomo, che dimentica di cosa è fatto e da dove è nato, per farsi sopraffare da dio denaro e dal possesso degli oggetti.
Sarà che passo forse più tempo degli altri a cercare di darmi risposte e ciò di cui ho bisogno, è esattamente davanti a me.
Per fortuna c'è ancora chi è capace di creare, costruire bellezza su bellezza e regalarla a chi vuole ammirarla.
Ed io, nella mia ingenuità, spero sempre che la Bellezza vinca sull'imbruttimento dell'umanità.
Il sole ci riscalda e ci protegge, siamo noi che lo vogliamo distruggere!
venerdì 19 agosto 2011
Guardare l'orizzonte.
Spazi sterminati.
A perdersi tra i colori di una terra che mischia.
Come una tavolozza disordinata e al contempo, perfetta.
Silenziosamente avvolta tra il mare ed i monti.
Avvolta nelle poche nuvole che lievemente, ne accarezzano i capelli.
Le fronde svolazzano e sostengono il peso del vento, amato vento che accompagni ogni centimetro di questa terra, così priva di esseri umani e per questo, ricca solo di se stessa.
Percorsi ripidi e inerpicati, che lasciano gli occhi a seguirne i contorni, come di una dura madre battagliera e forte, che amorevolmente accoglie, ma lascia andare.
Il cuore vede ciò che gli occhi non raggiungono, l'anima rapita dal sogno si lascia andare al mare, dove ogni uomo rinasce, per sentirsi infante che ritrova le proprie radici.
A piedi scalzi, immersa nell'acqua fino al collo, vedo il cielo terso sopra di me e sento le mie estremità divenire radici.
Sono. Semplicmente. Parte di questo humus. Parte di questa Terra.
A perdersi tra i colori di una terra che mischia.
Come una tavolozza disordinata e al contempo, perfetta.
Silenziosamente avvolta tra il mare ed i monti.
Avvolta nelle poche nuvole che lievemente, ne accarezzano i capelli.
Le fronde svolazzano e sostengono il peso del vento, amato vento che accompagni ogni centimetro di questa terra, così priva di esseri umani e per questo, ricca solo di se stessa.
Percorsi ripidi e inerpicati, che lasciano gli occhi a seguirne i contorni, come di una dura madre battagliera e forte, che amorevolmente accoglie, ma lascia andare.
Il cuore vede ciò che gli occhi non raggiungono, l'anima rapita dal sogno si lascia andare al mare, dove ogni uomo rinasce, per sentirsi infante che ritrova le proprie radici.
A piedi scalzi, immersa nell'acqua fino al collo, vedo il cielo terso sopra di me e sento le mie estremità divenire radici.
Sono. Semplicmente. Parte di questo humus. Parte di questa Terra.
domenica 14 agosto 2011
"Lasciate che vi accarezzino le ciglia dell'amore". Paolo Benvegnù Nulvi (SS) 12.08.11
I Benvegnù approdano in terra sarda, dopo un'acclamazione a gran voce che ci riconduce al tour del 2009, in cui girarono per Sassari, Siniscola e Cagliari.
Poi una tappa al Karel Music Expò ed in fine, finalmente, due giorni fa tornano nell'amata isola.
Una cornice quanto più suggestiva e magica, quella del paesino di Nulvi, in provincia di Sassari.
Un paese che trasuda tradizione, poesia e profondo rispetto per le persone, per l'integrità morale e per la gioia di mantenersi intatti.
E di attenzione per chi fa il proprio mestiere con gioia, passione assoluta e pochissimi mezzi e per questo, merita assolutamente tutto l'amore e la gioia di questo mondo, ahimè, ormai povero di valori.
Il concerto si svolge nel cortile delle scuole elementari comunali, in una cornice splendidamente circondata da mura antiche e pregne di storia, di quella storia che i maestri sudano per non far dimenticare alle nuove generazioni.
La chermesse, che va fa parte del progetto "NU AS: NulviArteSuono", vede come gruppo spalla i bravissimi Lux, gruppo sassarese composto da 3 elementi (voce+chitarra, voce+strumenti a percussione, voce+contrabasso), mischia elementi di spiccato stampo rock drakeiano a testi di protesta sulla società e sulla difficoltà di vivere dei giovani d'oggi.
La voce di Io Lux (così si firma) è a tratti malinconica e delicata, a tratti forte e decisa, ed il trio non si abbandona mai a momenti di stanca.
Il loro amalgama è assolutamente originale e deciso e come lo stesso Paolo ha modo di dire "coraggioso e intenso".
Dopo averci regalato un set di circa 45 minuti, il palco viene lasciato a grande velocità ai Benvegnù.
Il cortile pian piano si riempie ed il gruppo subisce l'impatto emotivo iniziale.
Tanta riverenza viene percepita dai fans che li acclamano, seguendo a voce e con il battito delle mani ogni loro brano.
Il concerto è un vero crescendo di emozioni, variegate e differenti, ma sempre in punta di piedi e con un protendersi verso la poesia incastonata in suoni limpidi ed arrangiamenti perfetti.
Splendido, a mio avviso, è l'uso dei fiati e dell'alternanza tra sottofondi al pianoforte e al contempo, più marcatamente rock.
La voce di Paolo si lascia andare alla profondità assoluta e alla sofferenza nei brani tratti da "Hermann" e mantiene il suo pathos nei successi più conosciuti della sua (splendida) carriera da solista.
Il (mio) momento magico assoluto rimane "Rosemary plexiglas" dei compianti Scisma, che tanti passi hanno solcato nel panorama indie-rock di fine anni '90 e oggi, a distanza di più di 15, continuano ad essere ricordati per brani sempre attualissimi.
Da ricordare la (usuale)chiusura con "Troppo poco intelligente", mixata con "Alejandro" di Lady Gaga, di cui Paolo fa una divertentissima copia al maschile, mai disattendendo le aspettative dei fans circa la sua irresistibile ironia.
Un concerto assolutamente unico ed irripetibile, perfetto nel comprendere ogni stato emozionale ed impeccabile nell'esecuzione.
Grazie ragazzi per essere venuti a regalare magia alla mia terra, perfettamente incastonati nel nostro paesaggio e quanto mai da noi tutti amati.
La scaletta:
Il nemico
Moses
Love is talking
Io ho visto
Avanzate, Ascoltate
Cerchi nell'acqua
La schiena
Acab in New York
Il sentimento delle cose
5 secondi
Good morning Mr. Monroe
Johnnie and Jane
Interno notte
Rosemary Plexiglas
Io e il mio amore
Il mare verticale
Il mare è bellissimo
Troppo poco intelligente
Poi una tappa al Karel Music Expò ed in fine, finalmente, due giorni fa tornano nell'amata isola.
Una cornice quanto più suggestiva e magica, quella del paesino di Nulvi, in provincia di Sassari.
Un paese che trasuda tradizione, poesia e profondo rispetto per le persone, per l'integrità morale e per la gioia di mantenersi intatti.
E di attenzione per chi fa il proprio mestiere con gioia, passione assoluta e pochissimi mezzi e per questo, merita assolutamente tutto l'amore e la gioia di questo mondo, ahimè, ormai povero di valori.
Il concerto si svolge nel cortile delle scuole elementari comunali, in una cornice splendidamente circondata da mura antiche e pregne di storia, di quella storia che i maestri sudano per non far dimenticare alle nuove generazioni.
La chermesse, che va fa parte del progetto "NU AS: NulviArteSuono", vede come gruppo spalla i bravissimi Lux, gruppo sassarese composto da 3 elementi (voce+chitarra, voce+strumenti a percussione, voce+contrabasso), mischia elementi di spiccato stampo rock drakeiano a testi di protesta sulla società e sulla difficoltà di vivere dei giovani d'oggi.
La voce di Io Lux (così si firma) è a tratti malinconica e delicata, a tratti forte e decisa, ed il trio non si abbandona mai a momenti di stanca.
Il loro amalgama è assolutamente originale e deciso e come lo stesso Paolo ha modo di dire "coraggioso e intenso".
Dopo averci regalato un set di circa 45 minuti, il palco viene lasciato a grande velocità ai Benvegnù.
Il cortile pian piano si riempie ed il gruppo subisce l'impatto emotivo iniziale.
Tanta riverenza viene percepita dai fans che li acclamano, seguendo a voce e con il battito delle mani ogni loro brano.
Il concerto è un vero crescendo di emozioni, variegate e differenti, ma sempre in punta di piedi e con un protendersi verso la poesia incastonata in suoni limpidi ed arrangiamenti perfetti.
Splendido, a mio avviso, è l'uso dei fiati e dell'alternanza tra sottofondi al pianoforte e al contempo, più marcatamente rock.
La voce di Paolo si lascia andare alla profondità assoluta e alla sofferenza nei brani tratti da "Hermann" e mantiene il suo pathos nei successi più conosciuti della sua (splendida) carriera da solista.
Il (mio) momento magico assoluto rimane "Rosemary plexiglas" dei compianti Scisma, che tanti passi hanno solcato nel panorama indie-rock di fine anni '90 e oggi, a distanza di più di 15, continuano ad essere ricordati per brani sempre attualissimi.
Da ricordare la (usuale)chiusura con "Troppo poco intelligente", mixata con "Alejandro" di Lady Gaga, di cui Paolo fa una divertentissima copia al maschile, mai disattendendo le aspettative dei fans circa la sua irresistibile ironia.
Un concerto assolutamente unico ed irripetibile, perfetto nel comprendere ogni stato emozionale ed impeccabile nell'esecuzione.
Grazie ragazzi per essere venuti a regalare magia alla mia terra, perfettamente incastonati nel nostro paesaggio e quanto mai da noi tutti amati.
La scaletta:
Il nemico
Moses
Love is talking
Io ho visto
Avanzate, Ascoltate
Cerchi nell'acqua
La schiena
Acab in New York
Il sentimento delle cose
5 secondi
Good morning Mr. Monroe
Johnnie and Jane
Interno notte
Rosemary Plexiglas
Io e il mio amore
Il mare verticale
Il mare è bellissimo
Troppo poco intelligente
martedì 2 agosto 2011
...il mare è bellissimo....
Credevo di essere fatta d'aria.
Credevo di potermi muovere con le ali delle nuvole.
Invece sono rinata, per l'ennesima volta.
Dalle onde del mare, sono riemersa per riconoscermi.
Per sentire le lacrime di gioia emergere dai miei occhi e bearmi dell'aria salmastra che mi congela le braccia.
Sono rimasta immobile.
Ad ascoltare il mio cuore ridere felice.
A muovere ogni passo mano nella mano con l'amore per il MIO mare.
A contare ogni granello di sabbia incontrarsi con le foglie e dividere i miei occhi negli occhi dei crostoni che lividamente, si tuffano nel mare.
Non ho sentito freddo, ma il calore della nascita.
Il movimento esatto delle foglie che abbracciano la natura.
Le insenature che sensualmente, si abbandonano agli scogli.
Il faro che di notte, gira la sua luce illuminando il mare.
Le acque così scure da far paura, così sicure da rassicurare.
Ascoltarne lo sciabordio, per desiderarlo ancora.
Ed ora che ne sono così distante,
per ritrovarlo nel mio cuore, dove scalpita e urla di vita.
Credevo di potermi muovere con le ali delle nuvole.
Invece sono rinata, per l'ennesima volta.
Dalle onde del mare, sono riemersa per riconoscermi.
Per sentire le lacrime di gioia emergere dai miei occhi e bearmi dell'aria salmastra che mi congela le braccia.
Sono rimasta immobile.
Ad ascoltare il mio cuore ridere felice.
A muovere ogni passo mano nella mano con l'amore per il MIO mare.
A contare ogni granello di sabbia incontrarsi con le foglie e dividere i miei occhi negli occhi dei crostoni che lividamente, si tuffano nel mare.
Non ho sentito freddo, ma il calore della nascita.
Il movimento esatto delle foglie che abbracciano la natura.
Le insenature che sensualmente, si abbandonano agli scogli.
Il faro che di notte, gira la sua luce illuminando il mare.
Le acque così scure da far paura, così sicure da rassicurare.
Ascoltarne lo sciabordio, per desiderarlo ancora.
Ed ora che ne sono così distante,
per ritrovarlo nel mio cuore, dove scalpita e urla di vita.
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