E ci fu l'attimo in cui
corsi a perdifiato
e le mani
non ebbero confini.
E scorsi per un istante
la vita consumarsi,
come se il respiro non bastasse
a divenire cielo.
E non ebbi paura
che quell'attimo
venisse a mancare,
perchè non vi era
arcobaleno
che potesse comprendere
i colori in fondo ai miei occhi.
Non vi era albero
o fiore o erba che potessi calpestare,
per ridestarmi dal sogno
che la vita mi rendeva.
Potei ridere di me,
nell'istante in cui abbandonai la terra.
E fu come fluttuare,
tornare nel grembo materno
e non temere.
Poter correre, rotolare,
fare capriole all'indietro,
all'unisono col battito del mio cuore.
E fu come
tornare a nascere,
stringermi nel palmo di una minuscola mano,
e ascoltarmi venire al mondo,
per riscoprire i colori che la vita mi donò
e che ogni, dipingono i miei occhi.
E fu come
rivedere mia madre che vive,
attraverso me.
E che mi stringe al cuore
all'aba di un nuovo giorno,
quando ho bisogno di pace.
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